2022
Giorgio Montefoschi
La nave di Teseo
La scrittura di Montefoschi, l'abbiamo già detto anche in altre recensioni nel nostro sito, diffonde sempre un magnetismo avvolgente, scandito di motivi ripetuti, dialoghi brevi e spesso secchi, passaggi e raccordi insistiti dentro un realismo minuzioso di dettagli. Montefoschi invita il lettore ad entrare in una sorta di cartina topografica ravvicinata in scala dilatata, dentro cui si "vedono" e si "sentono" muoversi i protagonisti. La ripetizione di movimenti, strade e angoli di piazze, bar abituali e poi luci e piogge e scirocco, vasta chiarità meridiana e nervosi crepuscoli primaverili o malinconie serali d'autunno, tutto è rivelato, annotato: e ne risulta una cadenza che si trasforma in un sottofondo ritmico per la scansione dei gesti e dei dialoghi. Di ogni movenza dei personaggi del romanzo conosciamo gli orari precisi, le strade percorse, i colori del cielo, la corsa delle nuvole, e poi i luoghi privati, gli interni delle case signorili dentro una Roma in cui si muove una ricca borghesia un po' estenuata, colta, di buon gusto, sfibrata, talvolta neghittosa. Siamo nei luoghi montefoschiani, i quartieri alti e borghesi: qui ritroviamo i Parioli e l'Aventino ma anche le solite piazze con i soliti caffè a Campo dei Fiori o a Piazza Farnese, con rettangoli di mutevoli cieli sopra i grigi e i rosa aranciati delle case. Anche i pranzi, le cene, le colazioni, i cibi, le bevande, sono descritti in un loro realismo minuto. Abbiamo già scritto che Montefoschi ricorda per certi versi lo sguardo "subliminale" e l'intimismo scabro di Carlo Cassola ma in altro ambiente sociale e soprattutto in chiave nuova e tutta originale. Montefoschi non dà corda ad enfasi o a colpi drammatici di trama ma è piuttosto il narratore quieto e minuzioso, in presa diretta, di una quotidianità minima che a colpi di dettagli, odori, suoni, voci, dialoghi, sentimenti, giorni, anni, scandisce il tempo: infatti i luoghi e i temi, in Montefoschi, racontano al fondo l'enigma ineluttabile del Tempo. Enrico e Carla, sessantenne lui, una ventina d'anni in meno lei, una figlia unica, Maddalena, amatissima e di caldo ma spigoloso carattere, sono la coppia protagonista di questo romanzo. Affiatatissimi, si vogliono molto bene. Ma il tempo (rieccolo) procura stanchezze, banalizza ritualità estenuate. Un problema cardiaco (il ricovero, la paura, la convalescenza) sbalestra in qualche modo il tranquillo accomodamento di un legame coniugale sicuro e quieto: Enrico sente lo spasimo del tempo minacciato (ed eccolo ancora qui, il tempo) e viene tentato, come molti uomini a quell'età e in quella situazione, da un soccorso sentimentale o vitalistico. L'accidente infine non riesce a intaccare davvero la compattezza affettiva ma anche proprio fisiologica della coppia bene assestata nella buona ovatta alto-borghese romana, che dopotutto è così bella, rassicurante: una fidata compagnia nell'avventura del tempo che cammina e forse si farà breve. Appunto. Della trama non diciamo altro, fa parte del diritto del lettore. Della scrittura contagiosa e avvolgente di Montefoschi abbiamo detto.
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"‹Marta Morazzoni
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Luciano Bianciardi
Feltrinelli