2012
Guido Morselli
Ed. Adelphi (Narrativa italiana)
Alzi una mano chi avrebbe osato pensare che la località di Göschenen potesse essere il teatro di un importante romanzo. Eppure è accaduto, grazie allo scrittore Guido Morselli, di cui quest'anno si ricorda il centenario della nascita. C'è di mezzo persino un re. Umberto I di Savoia nel 1889 ha qualche problema di liquidità e non gli bastano le entrate dell'appannaggio reale. Decide allora di vendere un po' sottobanco un castelletto che i Savoia possiedono in Piemonte, cui è interessata una ricca signora tedesca, vedova di un Krupp delle famose acciaierie, la quale soggiorna in vacanza a Wassen, lambito da pochi anni dalla poderosa invenzione della ferrovia del San Gottardo e dove si respira aria buona. Re Umberto si mette in incognito, assume il nome di un conte e con un seguito ridotto al minimo si reca nel canton Uri per negoziare la vendita. Si stabilisce in un albergo di Göschenen e lì si dipana la storia curiosa, un po' clandestina e un po' seduttiva di questo monarca sabaudo a caccia di soldi e non insensibile alle gonnelle. Da un piccolo evento veritiero Morselli ha tratto il suo romanzo più lieve e scintillante, lui che in vita fu decisamente sfortunat scrisse molti libri (saggi e romanzi) ma gli editori glieli rifiutarono sempre. Dopo l'ultima risposta negativa, Morselli, a 61 anni, depresso e sfiduciato, si tolse la vita. Soltanto dopo la sua morte l'editore Adelphi intercettò il talento eccentrico di questo autore versatile che in ogni romanzo aveva saputo trasfondere invenzioni e stili assolutamente diversi, e prese a pubblicarli tutti, con forte risalto di critica. A differenza di altri titoli, questo "Divertimento 1889" è godibile, arioso, con tratti di minuetto spumeggiante dove si impastano il travestimento del re, la seduzione amorosa, gli affari e un fondale a dir poco inusitato. Quando noi oggi transitiamo in treno a Göschenen ci sembra desolato quel villaggio fatto di ferrovia e di case vecchie e stinte, incassato fra le montagne. A fine "˜800 le cose erano diverse: la nuova ferrovia era una realtà possente e i numerosi villeggianti stranieri scendevano ogni sera sul quai della stazione per il rito sociale del passaggio degli sbuffanti convogli che avevano il fascino di una Europa in viaggio. Del resto sopra Göschenen si allargano plaghe di bellezza alpina e lì il nuovo treno portò nuovo turismo straniero di qualità, come accadde per esempio anche a Faido, a Rodi, a Wassen. Passata l'euforia del treno (e spoetizzati i convogli sempre più numerosi, con l'aggiunta del nuovo traffico motorizzato) il fascino turistico internazionale è svaporato ed è emigrato altrove. Ma chi viaggiasse oggi all'interno di Göschenen troverebbe su alcune vetuste facciate la traccia labile di antiche insegne (Hotel Glacier, o Skt Gotthard"…), come segno archeologico di un'epoca che fu ed è scomparsa e rivive nell'invenzione curiosa di uno scrittore che qui era in stato di grazia.
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