2017
"‹Silvano Calzini
INK editore
"100 grandi scrittori raccontati come campioni del pallone". Avete in mente le mitiche figurine Panini dei giocatori di calcio? Non c'è Mondiale o Europeo che non abbiano i loro album mirati, per la delizia e l'ossessione di sognatori di football e collezionisti. Con il doppio fiuto di un appassionato di calcio che ama la letteratura ancora più del gioco del pallone, Silvano Calzini, uomo di voraci letture, di editoria e di umorismo raffinato, è riuscito a mettere insieme, in un irresistibile album di figurine scritte, i campioni del calcio e quelli della scrittura. Il risultato è ora una nuova edizione (arricchita da 50 nuovi autori) del suo già apprezzatissimo "Figurine", edizioni INK. La postfazione è di un giornalista letterario seguitissimo e a modo suo brillantemente matto (come lo stesso Calzini, peraltro, e come lui provvisto di grande fiuto per i libri, compresi innamoramenti e idiosincrasie): Antonio D'Orrico, del "Corriere della Sera". Il quale ama appunto anche lui il football e i libri (e altro, si spera) ed è stato soggiogato dall'intelligenza precisa e dai giudizi divertenti dell'autore di "Figurine". Lo stile di gioco calcistico diventa metafora dello stile letterario di un autore ma poi anche i tic, le manie, lo stile e la classe degli scrittori diventano riferimenti calcistici e tattici. Diciamo pure che per apprezzare fino in fondo il divertente gioco (letterariamente rigoroso e gustoso) di Silvano Calzini è molto utile, quasi necessario, sapere un po' di calcio. E' vero che la passione calcistica è ancora molto declinata al maschile ma è anche vero che le lettrici di romanzi sono in netta maggioranza rispetto ai lettori maschi. Misteri dei piaceri. Ben venga dunque questa commistione divertita e sagace di Silvano Calzini: chissà che fra una passione e l'altra non avvengano tracimazioni benefiche. Difficile qui sintetizzare le folgoranti metafore del libro. Meglio darne un assaggio, seppur monco: Giorgio Bassani? "Ha sempre giocato nel ruolo di libero. Tecnicamete completo, è stato uno dei primi difensori dai piedi buoni del calcio italiano, dal tocco di palla vellutato e dalla nitida visione di gioco. Leggerezza e naturalezza sono le doti che ne hanno fatto un grande del calcio. In campo si muoveva da leader: giocava a testa alta, non urlava ma come un direttore d'orchestra dava indicazioni ai compagni con ampi gesti delle braccia. Anche per questo veniva chiamato il "Beckenbauer della Bassa"("…). Protagonista in campo, ma anche sulle pagine dei rotocalchi dell'epoca per la lunga "˜liaison' con l'affascinante tennista, sua concittadina, Micol Finzi-Contini". E Oscar Wilde? Sotto il titoletto "L'orgia del palleggio" si legge: " Esteta del calcio. Egocentrico ed egoista. Matto come un cavallo. Frivolo e dissoluto. Snob e bugiardo. Icona gay ("…). La sua posizione in campo resta un mistero perché pretendeva di giocare in tutti i ruoli e finiva per non ricoprirne nessuno. Sul terreno di gioco si muoveva in modo teatrale, secondo l'estro del momento, senza tenere in nessun conto le esigenze della squadra". Jane Austen? "Un uccellino dalla tecnica sopraffina e dal gioco di gambe ubriacante e beffardo. Era un'ala destra, la più grande del calcio inglese insieme al leggendario Stanley Matthews. In campo si muoveva leggera e giocava sulle punte; quando scattava sembrava quasi non toccare il terreno, gli scarpini da calcio frusciavano sul campo di gioco. Caratteristici i suoi dribbling che frastornavano i difensori avversari e le triangolazioni rapide e ficcanti che spesso e volentieri la portavano al gol". Lev Tolstoj: "Mo-nu-men-ta-le. Un Di Stefano con la barba ("….) Giocatore universale, era in grado di conquistare la palla in difesa, impostare l'azione e andare a concludere in rete ("…) Fisico possente, avanzava come un caterpillar; forse gli mancava lo scatto breve, ma era una autentica forza della natura e, quando correva, a ogni passo faceva tremare tutto lo stadio".
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Un giorno di festa (Una storia d'amore)
Graham Swift
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Letteratura in pericolo
Tzvetan Todorov