2025

Joseph Conrad
Einaudi
Pubblichiamo, quale riflessione sul racconto “Il compagno segreto” contenuto nella raccolta “Fra terra e mare” di Joseph Conrad, il commento di Francesca Battistella, fedele frequentatrice dei nostri Circoli, la quale coglie molto bene gli aspetti essenziali di quel compatto e mirabile testo:
Chi è o meglio cosa rappresenta Leggatt, il fuggiasco, il nuotatore notturno, l’assassino - ma come biasimarlo! -, il coraggioso e imperturbabile compagno segreto della voce narrante? Stessa età, stessa scuola di marina, se visti nella penombra è facile scambiarli, stesso abbigliamento: un pigiama identico (di necessità). E se la voce narrante non avesse ottenuto il suo primo comando su quella nave, sarebbero ambedue ‘secondi’ a bordo di un’altra. Due estranei per i loro equipaggi, perché se Leggatt era al suo primo imbarco come secondo sulla Sephora, la voce narrante lo è come capitano su questo vascello di cui non conosce l’equipaggio e in più lo percepisce sospettoso nei suoi confronti, incerto sulle sue capacità di governare ciurma, ufficiali e imbarcazione.
Come incerto é lui stesso:
“Mi chiedevo fino a che punto mi sarei rivelato fedele a quel concetto ideale della propria personalità che ogni uomo stabilisce nel segreto del suo cuore.”
Leggatt gli appare per la prima volta ciondolante nell’acqua, alla fine della scaletta, prima come un corpo senza testa, poi come un ectoplasma, un’entità irreale, fino al momento in cui scambiano le prime parole (e verrà un tempo in cui la stessa voce narrante si domanderà se Leggatt non sia un fantasma, se è solo lui a vederlo!). Per tutto il tempo bisbigliano. E non si bisbiglia forse quando si parla a se stessi?
Il racconto continua con la storia dell’omicidio durante la spaventosa tempesta, l’agitazione del protagonista che deve nascondere il fuggiasco, l’arrivo del capitano della Sephora che svolge indagini sulla sparizione di Leggatt, la partenza della nave grazie al vento propizio, anche se debole, e infine la fuga di Leggatt che quasi costa al protagonista la perdita del vascello e della propria reputazione.
Dunque, cosa rappresenta Leggatt per il protagonista? Forse quella parte di sé che ciascuno di noi nasconde al mondo per vergogna, mancanza di autostima, o perché semplicemente non ci è gradito rivelarla e la conserviamo gelosi. Tutti, si sa, indossiamo una maschera per paura, difesa o abitudine, una maschera che può andare in frantumi se incontriamo uno specchio abbastanza potente da agire in questo senso, e qui lo specchio è Leggatt, il doppio, l’alter ego del protagonista. Ci sono teorie psicoanalitiche che paragonano il doppio (l’ombra) a un simbolo di trasformazione. Nell’occultismo, il guardiano della soglia si mostra al discepolo come un sosia per rivelargli difetti e debolezze che gli impediscono di progredire. E non è forse questo un racconto di formazione, di crescita individuale, di progresso verso nuove responsabilità da affrontare? Leggatt non si scompone mai. Anche nei peggiori momenti mantiene una calma olimpica. Preferisce rischiare di morire per sfinimento nuotando che consegnarsi a un tribunale ed essere giudicato per il suo crimine distruggendo la reputazione del padre pastore anglicano. Sorride nella disgrazia, ma senza sarcasmo o presunzione, con calma rassegnazione. Una fermezza e una forza da adulto. Leggatt è tutto ciò che la voce narrante ancora non riesce ad essere e che diventerà solo con la partenza del suo alter ego, quando anche lui accetterà di affrontare il giudizio del suo equipaggio per le scelte fatte sulla rotta da seguire (inizialmente solo perché Leggatt possa raggiungere in breve tempo l’isola più vicina).
Leggatt è la presenza che traghetta il protagonista dalla giovinezza all’età adulta mettendolo di fronte a se stesso e alle proprie responsabilità. Aggiungo poi, a tutto questo, che le parti descrittive del racconto sono di una bellezza commovente. La zona in cui la vicenda si svolge ha quei colori, quelle albe e quei tramonti, quel senso di pace ed eternità che ci affascino con la loro misteriosa solennità.
Francesca Battistella
- Libro precedente
Alla buon’ora, Jeeves!
P.G.Wodehouse
Sellerio