2009
Tony Earley
Ed. Fanucci (Narrativa straniera)
Jim è un ragazzino americano, ha dieci anni nel 1934, al tempo della Grande Depressione.Vive in una cittadina rurale con fattorie sparse fra prati e vasti campi di granoturco del North Carolina, giù verso il grande, caldo e sonnacchioso Sud degli Stati Uniti. Di luici narra Tony Earley, che la rivista Granta colloca fra i 20 migliori giovani scrittori americani. A parte ciò, subito traspare una vena felice di scrittura, una stoffa sicura, una solare voglia di raccontare. Jim è un piccolo Huckleberry Finn (l'eroe ottocentesco di Mark Twain) ma meno trasgressore, meno ribaldo e vagabondo. Jim è mite, incantato, buono (e capriccioso e inquieto e stupefatto come tutti i ragazzetti). Sta in un piccolo buco del mondo, Aliceville, una cittadina che ha una stazione ferroviaria dove i treni non si fermano quasi mai e passano via rombanti. Una volta un grande treno veloce si ferma perché ha travolto una mucca che stava sui binari e il capotreno sussurra ai ragazzetti che a bordo, in un vagone di lusso, c'è addirittura il loro amatissimo e mitico campione di baseball. E i ragazzini, storditi, si mettono a giocare febbrilmente a baseball ai bordi del treno fermo sperando di attirare l'attenzione del loro idolo nascosto dietro i riflessi dei finestrini. Jim vive con la mamma, giovane vedova di un mitico marito morto giovane e con i tre fratelli scapoli di lei, i benevolenti, buoni e sarcastici zii. Quello strano e affettuoso nucleo è la famiglia sicura di Jim, che a poco a poco esce ad esplorare il piccolo mondo antico che lo circonda: i campi, la nuova scuola dove arrivano con le corriere tutti i ragazzini delle fattorie della montagna, i compagni di classe, alcuni singolari personaggi di quella profonda provincia americana. Ci sono pagine splendide, come quelle in cui accade che finalmente, dopo anni di lento cammino dei pali della luce, giunge ad Aliceville la corrente elettrica. L'evento è previsto per la notte di Natale e gli zii fanno alzare Jim insonnolito (che non sa nulla) verso mezzanotte e lo trascinano fuori imbacuccato nei prati e gli dicono di contare fino a dieci e ad un tratto la notte si accende di centinaia di strabilianti piccole luci: Jim spalanca lo sguardo incantato e irripetibile dell'infanzia su quel miracolo elettrico. Un giorno uno degli zii lo porta a fare un viaggio attraverso paesaggi di fattorie, boschi e cittadine brulicanti fino a scoprire lo sconosciuto Ocean "Quando finalmente uscirono dai pini, scoprirono il vasto mare. A Jim s'impennò in gola il respiro, come se avesse paura di uscire. Cercò di respirare parecchie volte, ma non risucchiava l'aria"…" La narrazione (quieta e crepitante, piena di candida meraviglia) si accende di felici impressioni: ""…il fiume aveva un odore fresco e invitante; gli ricordava la pioggia su una strada alla fine di una giornata calda"…". " Quando Jim e zio Zeno attraversarono il campo, le foglie sussurrarono che l'autunno stava arrivando".Un bel libro, che odora di umanità vera. Per tutti.
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