Circolo dei Libri

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30marzo
2017

William Somerseth Maugham

Adelphi

Un romanzo inglese del 1925, tradotto 80 anni fa da Elio Vittorini per la Mondadori, riproposto 50 anni fa negli Oscar sempre nella traduzione di Vittorini, infine ritradotto per Adelphi, 10 anni fa, da Franco Salvatorelli. Una narrazione bella e appassionante, profonda nello scavo dell'animo umano e affascinante nel grande affresco della vita coloniale inglese a Hong Kong. Kitty, che è una Anna Karenina dalla trasgressione breve e senza il tragico epilogo della signora russa, incontra il dramma della colpa, del dolore e del cambiamento e si imbatte nel mistero buono della carità rappresentata da alcune povere suore cattoliche in una misteriosa città cinese dell'interno devastata dal colera. E' questa la sintesi di quello che viene oggi considerato un classico, forse il più compatto e intenso romanzo di di William Somerseth Maugham (1874-1965), il quale fece in tempo a diventare adulto nel'800 prima di consolidarsi come uno dei maggiori scrittori inglesi del "˜900. Dunque ecco un adulterio (lo si annuncia subito nella prima pagina) consumato da Kitty Fane, una giovane signora inglese traslocata in Cina al seguito del marito, un medico biologo un po' noioso, dentro una società coloniale britannica in via di estinzione ma ancora legata ai propri privilegi di casta e ai suoi riti eleganti (che Maugham conobbe personalmente molto bene). La relazione dura pochissimo e viene scoperta ma lascia una cicatrice profonda, un percorso di castigo ottuso ma anche di purificazione interiore. Al contrario di Emma Bovary o di Anna Karenina, Kitty Fane non finisce né avvelenata né sotto un treno, grazie al cielo"… Ma c'è tutto un cammino di smarrimento, di dolore, di solitudne. E poi la risalita nel cambiamento prfondo, nel ritrovamento di un proprio "Io" più stimato e consapevole. Il tessuto psicologico e morale è soltanto uno degli aspetti rilevanti del romanzo. Formidabilmente descritti sono gli sfondi: quello della Hong Kong britannica, con i suoi tè e i portatori cinese con il risciò e i ricevimenti pettegoli e raffinati ma soprattutto quello della Cina dell'interno, ancora miseriosa e quasi paurosa, dove il rancoroso Walter, il marito tradito, trascina la moglie in una autopunizione di coppia sul fronte di una epidemia spaventata di colera. La trasformazione di Kitty in donna consapevole e tesa alla pace interiore è aiutata dall'incontro decisivo con un piccolo convento di suore cattoliche francesi che si spendono in totale carità dentro una situazione devastante. La Madre Superiora, che ha abbandonato il suo casato nobiliare di Francia per farsi umile suora fra poverà ed epidemia, è una grande figura, una espressione di umanità vera e profonda in azione che indica a Kitty, nostante tutto, la positività della vita.