2023
Casagrande
L'albergo di famiglia a Paradiso, appena fuori Lugano, sulle prime pendici del Monte San Salvatore, ha accolto l'infanzia e la giovinezza di Claudia Quadri e di sua sorella, assieme ai genitori proprietari dell'hotel e fatti della pasta antica della grande signorilità alberghiera svizzera. Poi le cose vanno come vanno, un giorno l'albergo viene venduto e sarà distrutto e Claudia adulta guarda gli ultimi guizzi di vita di scale, finestre, decorazioni di pavimenti, tappezzerie, piccola archeologia di vita amata, vissuta e perduta, e infine il crollo delle macerie sotto le ruspe. E ora la scrittrice mette mano a una sua " ricerca del tempo perduto", con nostalgia ma anche con lucida ironia. Invece del "ragazzo della via Gluck" che rimpiangeva prati e stagioni scomparse, ecco "la ragazza di Paradiso" a rievocare scene di un'infanzia e adolescenza risucchiate dal tempo. Ne nasce questo romanzo che di fatto è una ricognizione totalmente autobiografica ma al tempo stesso è davvero un romanzo perché possiede il canto narrativo assieme alla scrupolosa saldezza di una scrittura accesa, sorvegliata, accurata. In precedenza la scrittrice ticinese, già "premio svizzero di letteratura" nel 2015, aveva scritto romanzi di pura invenzione: "Lupe", "Lacrima", "Come antiche astronavi", "Suona, Nora Blume". Questa vota, "nel mezzo del cammin di vita sua" Quadri compie un viaggio a ritroso nel proprio tempo privato e racconta il vero, anche se poi, si sa, la memoria filtra, trattiene, nasconde o accende cose, con un proprio arbitrio. Se allora la prima parola del titolo è chiara (infanzia), la seconda (bestiario) va spiegata. Il fatto è che in questo libro ci sono animali piccoli e grandi, domestici o liberi, che senza ingombrare abitano le pagine e la memoria: innanzitutto il fedele cane delle inesauste camminate (e al cane Wisky è dedicato il libro) ma poi anche gatti, cavalli, piccioni, tartarughe, tassi, falchi, lumache, serpenti, lucciole (piccola citazione della figlia dell'autrice: "Perché le stelle sono così basse, stasera?-, ha chiesto Neda, bambina, la prima volta che ha visto le lucciole"). Quegli animali sono i testimoni delle ore vissute e raccontate, con la loro presenza discreta, misteriosa e silenziosa, spesso eloquente più della parola. Il libro contiene piccole storie, aneddoti, scaglie di memoria, tenerezze e tristezze, con un persistente soffio affettivo per le figure dei genitori così essenziali, così necessari nella narrazione come lo furono nella infanzia e giovinezza dell'autrice. Alcune scene sono anche esilaranti, come quella della ragazza in bikini in groppa a un cavallo imbizzarrito che si ritrova in piena autostrada"… Altri attimi sono intessuti con la malinconia, altri con i lampi di curiosità e le emozioni che appartengono all'età breve e decisiva degli anni freschi. Oltre agli animali hanno una loro presenza forte, nel romanzo, gli alberi, la natura: alberi antichi e maestosi, alberi uccisi, mangiati dall'avanzata dell'esercito edilizio. Pesco un breve brano che dice quello struggimento e al tempo stesso rivela la cura stilistica della scrittura: "Oggi sappiamo che gli alberi comunicano tra di loro. Malgrado in superficie tronco e chiome non esistano più, le radici di questi alberi fantasma sono ancora vive. Cosa si dicono, ora, nell'alfabeto Morse dei miceti, delle ife? Il lamento silenzioso dei grandi alberi tagliati si srotola nel sottosuolo, sotto le nostre scarpe, gomitolo triste che viaggia da un albero all'altro, che racconta la ghigliottina, l'acciaio della lama". Claudia Quadri ha lavorato di ago e filo per cucire insieme i fiotti della propria memoria: "L'ago serve a ricucire gli strappi. È una richiesta di perdono. Non è mai aggressivo. Non è uno spillo. Ricucire gli strappi nel paesaggio dell'infanzia prima che si laceri del tutto: può darsi che i miei vagabondaggi, travestiti da passeggiate con il cane, siano ormai un lavoro di sartoria: camminare, rammendare". Ecco, Claudia Quadri ha fatto un'opera finissima di rammendo, per salvare dalle macerie del tempo il proprio tempo, di quando "tutto era in attesa, acquattato nel futuro". E il futuro sarebbe diventato l'oggi, sarebbe diventato questo libro che salva il passato.
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Marco Missiroli
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