Circolo dei Libri

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12giugno
2010

Anne Tyler

Ed. Guanda (Narrativa straniera)

Riecco Ann Tyler, una delle maggiori voci della narrativa americana del "˜900 e oltre. Singolare che l'editore Guanda, dopo averne tradotto in italiano tutti i maggiori romanzi, pubblichi ora quella che dovrebbe essere la sua opera prima (o una delle primissime). Oggi Ann Tyler ha quasi settant'anni e questo suo libro lo scrisse nel 1965, quando ne aveva appena ventiquattro. Estimatore da sempre della prosa minimalista ma originalissima, quasi cecoviana ma inconfondibilmente americana, impressionistica e magnetica della Tyler, sono corso a leggermi questo esordio e vi ho puntualmente trovato gli accenti già solidi, le nervature narrative già ben sistemate che poi cresceranno nel tempo. La scena non è quella solita di Baltimora ma un paesaggio del sud, rurale e vago, fra cittadine anonime e vasti campi di tabacco, terreni incolti, sobborghi desolati , carcasse di vetture in mezzo all'erba alta. Ma subito appaiono le eccentricità esistenziali (non clamorose ma miti, quasi dimesse) che poi ritroveremo pressoché in tutti gli altri romanzi della Tyler, dove sempre ci sono personaggi ai bordi della normalità, provvisti di tic o ipersensibilità o fragilità interiori ma che alla fine appartengono alla tavolozza confusa e strana di una umanità dopotutto comune, affaticata dal mistero del vivere fuori dagli squilli dell'epica e degli sfondi civili. Proprio per questo dico che la Tyler è la più cecoviana degli scrittori d'oggi, ancor più di un Raymond Carver. "L'albero delle lattine" racconta una storia quasi sussurrata con una puntigliosità mite di dettagli, di minimi battiti allusivi. Nella campagna di un agglomerato rurale del sud sta una casa coperta da un tetto di lamiera, con un lungo porticato di legno. Vi abitano tre nuclei familiari, ognuno con una sua mappa di identità e stranezze. Tutto comincia, subito all'avvio, con la morte di una bambina di sei anni, Janie Rose, biondina occhialuta, caduta da un trattore. La piccola aveva addobbato un albero ai margini del bosco con ghirlande di popcorn e lattine. Lei è scomparsa, gli uccelli hanno mangiato i popcorn ma di notte talvolta il vento ancora fa tintinnare lievemente le lattine della bambina morta"… Non temete, non si tratta di una storia luttuosa anche se questa disgrazia è il punto di appoggio di tutte le trame minime di pensieri, parole, reazioni, silenzi e gesti degli attori viventi della storia, fra i quali spicca la bellissima figura di Simon, l'undicenne fratellino di Janie , per non dire delle altre figure un po' stralunate e singolari. Il tutto ci consegna un ritratto dolente ma anche qua e là ironico di personaggi costretti, per fortuna e per salvarsi, a stare insieme. La musicalità interiore della scrittura,assieme ai bisbigli notturni e agli enigmi degli animi, racconta una realtà di faticose tenerezze private fuori dai rumori del mondo e della storia.