Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

17ottobre
2009

Anne Tyler

Ed. Guanda (Narrativa straniera)

Ha scritto una volta Masolino D'Amico, il miglior critico italiano di narrativa anglosassone, che "ogni volta che esce un romanzo di Anne Tyler è una festa e non si vede l'ora di correre a leggerlo". Ha ragione. Fortuna vuole che la quasi settantenne scrittrice di Baltimora sia abbastanza feconda e così abbiamo già sedici romanzi tradotti in italiano. Adesso Guanda ha appena pubblicato l'ultimo, "La bussola di Noè", che conferma il talento sicuro e la forza originale di una scrittura apparentemente quieta, quasi minimalista ma poi anche accesa da una fervida e puntigliosa curiosità per l'accento umano, per il dettaglio apparentemente comune e quasi insignificante che poi rivela una singolare profondità di caratteri e l'eccentricità dei destini. Ogni volta che leggo Tyler mi viene in mente Cecov, e a ragione: accomuna i due, mi pare, al di là delle distanze di tempo, di luoghi, di civiltà, una attenzione compassionevole ma mai sentimentalistica, una precisione esplorativa dell'animo umano attraverso la filigrana dei piccoli accadimenti che scandiscono la vita nel suo battito quotidiano e che, sapientemente mescolati lungo un filo narrativo danno, con le atmosfere, i gesti, le parole comuni, anche il soffio vero di singole vite, della vita. Questa volta la storia lentamente e comunemente srotolata è quella di Liam Pennywell, che a sessant'anni, a due passi dalla pensione, perde il posto di insegnante. Deve traslocare in uno squallido appartamento meno caro, lui solitario e anche un po' misantropo più per stanchezza esistenziale che per volontà, con due matrimoni alle spalle (una volta vedovo, l'altra divorziato), figli sparsi e un nipotino. Starebbe per trascinare una vita di serali minestre solitarie e sperduti passi in periferia quando un ladro notturno gli dà una botta in testa. Risvegliatosi all'ospedale, vede riapparire, un po' di corsa, brandelli delle sue passate famiglie, che l'incidente richiama attorno a lui. Poi incontra una donna più giovane, che svolge il singolare lavoro di "rammentatrice", o "ricordatrice" a un vecchio ricco assalito dalle prime ondate di Alzheimer. E intanto tornano, a ondate, i fastidi ma anche il calore degli affetti antichi, le turbolenze della figlia più giovane, le ruvide attenzioni delle altre figlie, della ex moglie. Un uomo, a sessant'anni, è insomma ben legato a una sua storia radicata , che non può cancellare. Riuscirà a fare quietamente pace con questo destino così normale, così banale ma anche così sicuro e buono? Impareggiabile la tastiera su cui Anne Tyler suona questa storia mite e, ancor una volta, rivolta a un personaggio ai bordi dell'eccentricità, come sempre accade, con maggiore o minore intensità, nei romanzi dell'ottima scrittrice di Baltimora. Se qualcuno volesse conoscerla di più, suggerisco di cominciare a leggere, fra i molti titoli della Tyler, "Ristorante nostalgia", "Se mai verrà il mattino", "Il turista involontario" (da cui fu tratto il celebre film "Turista per caso"), "Lezioni di respiro".