Circolo dei Libri

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22luglio
2013

Elizabeth von Arnim

Bollati Boringhieri

Elisabeth von Arnim fu una donna singolare per talenti e originalità ("la donna più intelligente della sua epoca" la definì H.G. Wells). Nata in Australia, cresciuta in Inghilterra, andata sposa al barone prussiano von Arnim, visse in Pomerania fino alla morte del marito. Abitò anche in Svizzera e negli Stati Uniti, dove morì. Inquieta, fuggiasca, libertaria, femminista avanti lettera, scrisse molto. Con questo romanzo siamo a una divertente, a tratti esilarante prova umoristica ma anche di pungente critica sociale e psicologica. Il barone Otto, che narra in prima persona, risulta uno dei personaggi più comicamente orrendi di tutta la letteratura, secondo forse soltanto al compunto e servile reverendo Collins di "Orgoglio e pregiudizio". La storia è un seguito di avventure di viaggio in Inghilterra, una sorta di Circolo Picwick dickensiano in salsa anglotedesca. L'antefatto è questo: il barone Otto e la consorte Edelgard, di nobiltà rurale prussiana, decidono di fare un vacanza all'estero e vengono convinti da amici con parenti inglesi a tentare in compagnia un giro in Inghilterra a bordo di carrozzoni trainati da cavalli. Una specie di tour in camper, si direbbe oggi. Il barone Otto è un militare col grado di maggiore, alla testa di un reggimento stanziale: saccente e ottuso, conservatore senza nessun spiraglio, fedelissimo al sovrano Imperatore di Prussia ma soprattutto fanaticamente tedesco. Lei è mite, sottomessa, discreta. Il gruppetto tedesco si riunisce a un gruppetto inglese e tutti insieme, con i carrozzoni, partono per il grande giro. E qui cominciano le avventure, davvero esilaranti: un conto è essere ricchi e starsene seduti a bere il tè in un salotto con i domestici accanto, un altro è dover accamparsi ogni sera in una radura, accendere il fuoco, cucinare sui fornelli, lavare i piatti. Ma al di là delle comiche vicende, spicca soprattutto la sussiegosa imbecillità del barone, maschilista accanito, fanatico idolatra della cultura e della nazione tedesche. Il barone vede con sgomento che i più moderni compagni inglesi hanno modi anticonformisti, gli uomini si levano persino la giacca, le donne hanno accorciato l'orlo delle gonne e soprattutto pensano e parlano come gli uomini. E questo è un guaio perché "alla donna perfetta", sostiene il barone, "si chiede soltanto di ascoltare con intelligenza quando, per caso, vogliamo parlarle dei nostri pensieri, e di essere a portata di mano quando vogliamo qualcosa. E scuramente non le si chiede molto. I fiammiferi, un posacenere e la propria moglie dovrebbero essere, per così dire, su ogni tavolo; e sostengo che la moglie perfetta debba imitare la condotta dei fiammiferi del posacenere, ed essere a un tempo utile e muta". Ma accade che sua moglie, nel corso del viaggio, cominci davvero a pensare"… L'orrido barone disprezza anche da tedesco quella che giudica la molliccia natura inglese. E sogna il tempo, che lui pensa vicino, quando la virile e superiore nazione tedesca farà un sol boccone della decadente nazione inglese. E' stupefacente come Elisabeth von Arnim già nel 1909, quando il nazismo era di là da venire, avesse avvertito questa specie di germe nazionalista e razzista (ce n'è anche per gli ebrei e tutti gli stranieri) nella caricatura di un ufficiale prussiano di bassa nobiltà e di alta stupidità. Un romanzo comico contro i pregiudizi.