2016
Giorgio Bassani
Feltrinelli
Racconto contenuto in
"Cinque storie ferraresi" e
"Il romanzo di Ferrara"
"Lida Mantovani" è un racconto denso, bello, sensibile di Giorgio Bassani (1916-2000) e appartiene alla grande raccolta di tutta la sua prosa, confluita nel "Romanzo di Ferrara". In quel corposo volume lo scrittore volle unire tutti i suoi romanzi e racconti, compreso il capolavoro "Il giardino dei Finzi-Contini. "Il romanzo di Ferrara", ha scritto Bassani, "è la storia della mia città in questo secolo ("˜900) ma anche, seppure trasposta, la mia personale, dall'infanzia agli anni maturi. Ho dovuto riscrivere e riscrivere, alla luce di questa intuizione di fondo. Sono arrivato a una specie di poema romanzesco di quasi mille pagine". In quel grande volume, pubblicato da Bassani nel 1980 e riedito nel 2012 (Feltrinelli) sono confluiti anche i racconti di "Cinque storie ferraresi", che uscì nel 1956, 60 anni fa, e vinse il premio Strega. "Lida Mantovani" è una di quelle cinque "storie" (assieme a "La passeggiata prima di cena", "Una lapide in via Mazzini", "Gli ultimi anni di Clelia Trotti" e "Una notte del "˜43") e la si può dunque leggere sia in "Cinque storie Ferraresi", ristampato non molto tempo fa da Feltrinelli, sia nel "Romanzo di Ferrara", sia anche su schermo in una edizione appena lanciata dalla collana "Zoom Flash" di Feltrinelli. Basta scegliere, dunque. Chi ha amato l'indimenticabile Micòl e il lussureggiante, reale e metaforico giardino esclusivo ed elusivo dei Finzi-Contini, scoprirà la costanza della sontuosa forza narrativa di Bassani anche negli altri romanzi e racconti lunghi: inconfondibile lo stile lento, ellittico, ricco, complesso, nutrito di incise e di subordinate, di pienezza sinfonica e di meticolosa esecuzione linguistica. Riletto dopo tanti anni anche "Lida Mantovani", come le altre opere narrative di Bassani, tiene nel tempo, anzi si accende di nuove coloriture. La storia di Lida Mantovani, ragazza madre povera, figlia a sua volta di una ragazza madre, Maria Mantovani, è semplice e intensa, quasi banale nel realismo della minuta quotidianità ma anche densa di tutti gli accenti delle pene interiori, dei rimpianti, delle passioni perdute, dei compromessi quieti che scandiscono ogni esistenza. Madre e figlia vivono in un unico locale, si mantengono cucendo tutto il giorno, Lida cresce il suo bambino avuto con un "moroso" ricco, un po' sognatore e un po' millantatore e soprattutto fuggiasco sul più bello. La vita della ragazza sembra spenta, bloccata. Ma appare, cauto e di basso profilo, un uomo"… Leggendo questo racconto vengono in mente Carlo Cassola e le giovani donne di molti suoi romanzi alle prese con pochissime scaglie minime di felicità e tante disillusioni. Del resto i due scrittori sono pressoché coetanei e (seppure diversi per radice, stile e struttura narrativa) si sono inoltrati talvolta in piste esistenziali e sentimentali molto simili. Gran parte del racconto si svolge d'inverno, al tempo di un freddo eccezionale, con le mura, le case di cotto rosso scuro, i selciati di pietra, i bastioni e i prati di Ferrara sotto strati successivi di nevicate copiose e raggelate. Dentro questo freddo si accende il piccolo calore della delusione di Lida, del suo perduto amore e del suo desiderio di approdare alla riva di una pace quieta, senza passione ma con sicurezza. E' un racconto sul rimpianto e sulla accettazione, scritto con un minimalismo esistenziale ma con una grande ricchezza stilistica che conferma il posto alto di Bassani nella narrativa di un secolo.
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I pesci devono nuotare
Paolo Di Stefano
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Zeruya Shalev
Feltrinelli