2013
Jon Kalman Stefansson
Iperborea
UNA SAGA ISLANDESE FRA MARE E NEVI
"Quando mi trovo davanti a un caso di sublime contemporaneo come "Paradiso e inferno" sono sempre un po' imbarazzato, e insieme commosso. Prima ancora che l'opera in sé, a colpire l'immaginazione è la totale indipendenza di giudizio del suo autore, l"˜altezza e le ambizioni, la capacità di tirare diritti per la propria strada, tanto più necessaria quanto più impervia. Sono valori oggi decisamente al ribasso"… Ma poi basta aprire un libro come questo ed eccoci di nuovo di fronte a un'immagine credibile e compiuta del destino umano come quelle che da ragazzi si imprimevano in modo indelebile nella nostra sensibilità e nella nostra immaginazione". A parlare così è lo scrittore italiano Emanuele Trevi nella postfazione che l'editore Iperborea ha aggiunto alla traduzione di questa prima parte di una trilogia. Diffido in genere delle trilogie, soprattutto se vengono dal nord, dove dopo Larrsson sembra che per narrare si debba progettare un minimo di tre romanzi seriali. Eppure Paradiso e inferno apre uno squarcio di novità, dischiude una tensione che muove e commuove il lettore, al punto che chi l'ha letto corre ad acquistare e leggere il seguito, "La tristezza degli angeli". I due libri vanno rigorosamente letti nell'orine, in attesa del terzo romanzo, che Iperborea ha promesso per i prossimi mesi. E l'impazienza è giustificata dal finale del secondo volume, che lascia inquieto, incerto, quasi ansioso il lettore sul destino dei protagonisti. La narrazione dei primi due libri è limpida e forte. Una rivelazione, diciamo pure"…
L'Islanda è una strana isola-nazione. Ha 300.000 abitanti, meno del Ticino, con una media di appena 2,7 abitanti per km quadrato. E questa piccolissima nazione ha una sua cultura solida, una lingua, una storia profonda. E una letteratura fiorente, che non cessa di stupire. Jòn Kalman Stefansson è stato insegnante, poi poeta e infine romanziere. Della sua radice poetica conserva anche nella prosa a una sua tensione lirica, una sua capacità compositiva di dare spesso alle parole la forza di simbolo, immaginazione ardita, metafora. "Inferno e paradiso" racconta una storia di mare e di terra, in un mondo piccolo e sperduto di pescatori entro un'epoca vaga, diciamo fine "˜800. Protagonista è un ragazzo, poco più che adolescente, ferito dalla vita (ha perso presto per morte gli affetti più cari). Nella prima parte del romanzo lo vediamo fra i protagonisti di una uscita di pesca al merluzzo in un mare minaccioso e sferzato da una bufera di neve. Poi lo seguiremo in un viaggio dentro altre bufere di neve su un altopiano aspro e poi ancora in un villaggio, sempre di pescatori, con poche case, due negozi e una locanda dove si affacciano personaggi ruvidi con le loro stranezze, il loro calore, i loro enigmi. Ed emergono anche forti e calme figure femminili e strambi capitani di mare provetti e ubriaconi oppure dediti alle tazze di caffè e alla poesia. "La tristezza degli angeli" (che è poi il cadere ininterrotto, vasto, silenzioso, dei fiocchi di neve) continua a seguire la storia del ragazzo (di cui non si dice mai il nome) che prova le prime emozioni amorose, i primi stupori sensuali e poi di nuovo deve camminare nella neve alta e dentro le bufere, inerpicandosi su montagne ghiacciate e incontrando i nidi caldi di fattorie sperdute e personaggi anch'essi caldi, in una continua sfida fra la speranza, la fatica, la tenerezza degli uomini e l'aspra legge di una natura durissima. Nel tessuto sontuoso dello stile, alto e al tempo stesso colloquiale, si annidano perle di riflessione perspicace e accorata sulla vita e sulla morte, sulla natura degli uomini e quella della terra e del mare in un paesaggio essenziale, grandioso. Persino qualche rischio retorico di alcuni aforismi e frasi non riesce a danneggiare la maestosità di una narrazione potente. Non appena vi sarete abituati agli impossibili nomi islandesi, scoprirete due romanzi forti, belli.
- Libro successivo
Tra amici
Amos Oz
Feltrinelli - Libro precedente
Lettera d'amore alla Scozia
Alexander McCall Smith
Guanda