Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

19dicembre
2009

Andrea Vitali

Ed. Garzanti (Narrativa italiana)

Riecco in libreria Andrea Vitali, quel medico del lago di Como volto al successo e che da anni ci regala il suo ingegno narrativo. Il dottore di Bellano, felicemente prestato dalla medicina (cui rimane fedele) alla narrativa, possiede la vena giusta per il ritratto, mai bozzettistico ma vivido, della provincia appartata e localistica e per l'esplorazione immaginosa di piccoli intrighi di personaggi comuni e al tempo stesso eccentrici, con una comicità amarognola, talvolta licenziosa e talaltra malinconica. Per lui si sono evocati confronti (pur nelle diversità specifiche) con Piero Chiara e Giovanni Guareschi, e a ragione. Nell'inevitabile alternanza di livelli (la sua è ormai una produzione feconda, copiosa) Vitali ha saputo creare un genere, una tipologia narrativa di luoghi e di stile, di ambientazione e di sottobosco psicologic un genere riconoscibile e originale, amato dai lettori e rigoroso nella forma letteraria (una semplicità attentamente cercata, la sua). Dopo "Almeno il cappello" (storia ingarbugliata e comica della costituzione orgogliosa e misteriosa della piccola banda musicale del paese) ecco, fresco fresco, "Vendesi pianoforte". Premesso che per dimensione (ridotta) più che di un romanzo breve si tratta di un racconto lungo, dico subito che nella sua concisione e nella sua perfetta struttura narrativa questo esile libro è uno dei migliori di Vitali. Si discosta un poco dalle altre sue storie (per vaghezza di epoca e per l'irrompere di una atmosfera di mistero) e possiede una tenuta esemplare di ritmo narrativo in una avvolgente seduzione di atmosfera: lo si legge in una sera ma quella sera viene totalmente assorbita dalla lettura, che sembra magnetizzare quelle poche ore. Protagonista del racconto (del quale sarebbe improvvido anticipare la stupefacente sorpresa implicita nel congegno narrativo) è "Il pianista", un giovanottone ladruncolo e sfaccendato che tira a campare, così chiamato perché ha delle bellissime e affusolate mani da pianista. Una sera, giunto a Bellano in vista del corteo dei Re Magi con festa popolare alla vigilia dell'Epifania (sicuro di poter arraffare qualcosa) si imbatte in un cartello che annuncia "vendesi pianoforte" davanti al portone di una vecchia casa di vicolo. Il pianoforte appartiene a una vecchissima maestra di piano, al cui attento occhio non sfuggono le lunghe dita del girovago. E qui taccio, annunciando soltanto l'immancabile corredo di un'osteria, di un maresciallo e di un brigadiere, dentro l'atmosfera perfettamente restituita di una fredda sera di fine festività, fra pioggia e neve, nell'angusto e invernale villaggio di lago di Bellano, fondale ancora una volta dell'estro narrativo di Vitali: che qui, con l'invenzione anche di una dimensione di mistero da racconto dickensiano trasbordato su lago, mi ricorda persino la penna di un Simenon, dai tratti essenziali ma capaci di restituire odori, stagioni, tormentati e minimi destini personali. Un racconto perfetto