Circolo dei Libri

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Sister Carrie

05agosto
2014

Theodore Dreiser

Elliot

Theodore Dreiser (1871-1945) è uno scrittore americano importante, a cavallo dei due secoli. Considerato un esponente del nuovo realismo americano, possedette la vena sicura del narratore puro. Da un suo romanzo, "Una tragedia americana", fu tratto il celebre film "Un posto al sole" conMontgomery Clift e Elisabeth Taylor; da questo "Sister Carrie" il regista William Wyler ricavò un altro celebre film con Jennifer Jones e Laurence Olivier: questo per dire la dimestichezza di Dreiser con le trame avvincenti e con personaggi indelebili. Qui si racconta, in 500 pagine godibili, la storia di Carrie, ragazza ventenne che abbandona la povera provincia americana di fine '800 per approdare, povera e speranzosa, a Chicago. La si segue nelle sue peregrinazioni faticose per cercare un lavoro, stupefatta dal brusio immenso, rutilante e anche affascinate della grande città, che allora sta diventano metropoli (ci sono i treni, non ci sono ancora le automobili, i lampioni sono a gas, nascono i grattacieli, l'America si sta muovendo). Carrie è povera e carina, incontra uomini, li affascina senza saperlo e se ne lascia affascinare a modo suo. Da Chicago passerà a New York, anche qui a spiare l'immensità e il riverbero del capitalismo nascente che ha le sue ferite: i poveri sono spesso veramente e dolorosamente poveri, i ricchi scintillano agli occhi di Carrie, con le loro carrozze e i loro abiti eleganti, dentro le mille luci della città, cenano da Delmonico (il celebre ristorante creato da un ticinese), vanno a teatro e al varietà, passeggiano, spendono. Carrie odora il sogno americano, desidera entrarvi. Le sue vicende sono tese, commoventi, tenere e drammatiche, disilluse e speranzose. La trama avvince e, come sempre, qui non la si cita.E' un romanzo femminile (Carrie è la protagonista, cui il lettore si affeziona; ma anche maschile (ci sono due figure di uomini, invaghiti di Carrie, con il destino della quale incrociano il proprio). Dreiser è un esponente di spicco del nuovo realismo americano, mostra nervature sociali senza fare lo scrittore di denuncia, tratteggia la grande città americana senza fare il sociologo, narra i sentimenti, le speranze e il destino di una donna e di due uomini senza cadere nella retorica. E' efficace, diretto, avvincente. Il suo stile è svelto e i critici gli rimproverarono persino qualche sciattezza espressiva, qualche limite lessicale: ma è scrittore forte e vero, il suo romanzo piace, prende. Non leggete, prima del romanzo, l'introduzione, che svela la trama e per il resto sembra una lezione di critica letteraria accademica: un eccesso di zelo del pur valido editore. Semmai leggetela dopo (ma potete anche lasciar stare).