Circolo dei Libri

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20aprile
2017

Edna O'Brien

Einaudi

Edna O'Brien ha 87 anni, questo suo ultimo romanzo l'ha scritto due anni fa, a 85: non finisce di stupire, mostrando la sua stoffa narrativa di trama ruvida, senza nessun cedimento di fragilità. Aveva conquistato molti anni fa lettori e critica con "Ragazza di campagna", una autobiografia romanzata ma non troppo in cui raccontava lo strappo ribelle e doloroso, salvifico e malinconico dal proprio mondo rurale irlandese degli anni '40 e '50, permeato da una forte educazione cattolica e, vista l'epoca, da una conseguente rigidità morale. A seguire, negli anni, altri romanzi. In questo nuovo libro O'Brien cambia argomento e pulsione drammatica, si inoltra in realtà nuove. Ma lo sfondo è sempre la sua Irlanda di provincia, quel suo mondo appartato, apparentemente quieto, con ritmi rassicuranti. Protagonista, una donna: Fidelma è sensibile e inquieta, è sposata a un uomo parecchio più anziano di lei che la venera in abitudine. Ama leggere, fuggire via con lo sguardo dell'immaginazione. Un giorno nella sua contrada arriva un personaggio strano, quasi ieratico, con capelli e barba grigi; dice di essere un guaritore, si stabilisce nei dintorni, afferma di essere addirittura un sessuologo curatore. Immaginatevi le preoccupate reazioni. Può Fidelma sottrarsi del tutto all'imperio carismatico e potenzialmente amoroso di quell'uomo così diverso e così magnetico? Qui, si sa, non ci si addentra mai nelle trame, lasciate al piacere dei lettori. Oso appena dire che quel personaggio nasconde, dietro il fascino di enigmatico guaritore, un passato più fosco e addirittura crudele. C'è di mezzo la tragedia della appena finita e sanguinosa guerra nell'ex Jugoslavia. Amore e inganno, passione ed etica, caduta di sé e ritrovamento di sé, tutto si impasta nella narrazione ora vivida e sensibile, ora cruda e tagliente come una lama. Ne viene fuori un personaggio femminile complesso, arruffato, mendicante d'amore e di senso della vita. La storia viene raccontata in pagine lucidissime e pregnanti (altre magari un poco dispersive). Comincia adagio, il romanzo, poi si impenna, con pennellate ambientali felici e accelerazioni drammatiche e poi ancora oasi di quiete. Dentro c'è anche il faticoso riscatto di una dignità esistenziale, di una speranza quieta. Fidelma, ferita con durezza e investita dal drammatico avviluppo dell'amore e dell'inganno, del senso di colpa e della superstite fierezza di donna e di persona, vuole continuare a camminare.