2012
Charles Dickens
Ed. Mondadori, Einaudi, Garzanti (Narrativa straniera)
Duecento anni fa, il 7 febbraio, nasceva Charles Dickens. In Inghilterra il bicentenario viene celebrato come quello di un padre della patria. Perché Dickens è entrato nelle vene di almeno quattro generazioni britanniche come una linfa di possente narrazione che ha creato legioni di febbrili lettori afferrati da un mondo immaginoso di stupori, concitazioni, paure, commozioni, intenerimenti. E al tempo stesso Dickens dipinse con realismo visionario la realtà di una Londra fuligginosa e socialmente stridente, scrutandola negli anfratti bui delle sue povertà e miserie umane, orfani angariati e maneggioni avidi, furfanti volpini, personaggi comici, figure generose. Nei labirinti delle viuzze sporche della Londra ottocentesca, lungo le acque limacciose del Tamigi, nelle vecchie case misteriose, negli affollati tribunali e nel groviglio brulicante di figure popolari Dickens mette la sua grande sapienza narrativa e quasi la sua arte scenica (sa costruire ambienti come un geniale scenografo). I suoi libri sono molti, quasi tutti belli, avvincenti, coralmente vividi. Molti di essi parlano di orfani, di ragazzini poveri e sfortunati(un riflesso autobiografico) che camminano faticosamente verso un fine lieto(o quasi): Oliver Twist, David Copperfield, la piccola Dorrit degli omonimi romanzi, il Pip di "Grandi Speranze". La critica ha anche messo in evidenza taluni limiti di Dickens, certe sue forzature spettacolari e ridondanti. Ma le riserve critiche nulla poterono sin dall'inizio contro l'entusiasmo popolare ma anche dei lettori colti (i romanzi di Dickens furono i bestsellers dell'epoca).Carlo Fruttero, lo scrittore torinese appena scomparso, si chiedeva il perché di questo successo folgorante a dispetto di talune riserve: "Il primo capitolo di "Grandi Speranze" contiene tutte le risposte. Pip (nomignolo che lascia intravedere oceani di sentimentalismo) è un orfanello di sette anni. Il lettore intuisce subito che la vita di Pip è dura, e che busse e rimbrotti sono per lui il pane quotidiano. Inoltre, siamo in un cimitero di campagna e Pip, minuto e solo, sta contemplando le lapidi dei suoi genitori e fratellini(cinque) defunti. A questo punto sorge dalla nebbia, in mezzo alle tombe, una spettrale figura vestita di panni grigi, un uomo immenso, coi ferri alle caviglie, la barba lunga, la voce roca e spaventosa. E da qui in avanti Dickens è assolto da ogni peccato". Un libro a sé è "Circolo Picwick" straordinario e comico ciclo di avventure di un club di stravaganti personaggi. Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del Gattopardo, ha scritt "Non esiste in nessun'altra letteratura un libro come Picwick: un racconto di fate senza soprannaturale, un racconto che ha come genio un vecchio piccolo ometto occhialuto e bonario. Vi è tutta la gaiezza e la golosità di Rabelais senza la sua lussuria; i suoi trecento personaggi e i trentacinque alberghi nei quali si incontrano ci mostrano in iscorcio tutto il mondo, il mondo di Dickens".
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Betibù
Claudia Pineiro
Ed. Feltrinelli (Narrativa straniera) - Libro precedente
I fuorilegge della montagna
Dino Buzzati
Ed. Oscar Mondadori (Narrativa italiana)