Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

02febbraio
2018

Richard Ford

Feltrinelli

Richard è un bambino americano nato nel 1944, suo papà di mestiere faceva il viaggiatore di commercio. Era sposato e per parecchi anni la coppia non aveva avuto bambini: anzi, pensava di non poterne averne più. E così il padre viaggiava, settimana dopo settimana, attraversando l'Arkansas e il Mississipi, nel'America profonda, con al seguito la moglie, la quale con lui soggiornava nelle piccole pensioni e dei motel tipici dei commessi viaggiatori. Una coppia affiatata, apparentemente dimessa, con il marito a vendere amido per il bucato alle massaie della middle class, la moglie a fargli compagnia con quieta complicità. Poi, un bel giorno, la donna resta incinta: ecco il bambino che non aspettavano più. Nasce Richard, i genitori sono certamente felici per questo dono inatteso e adesso vi si dedicano completamente senza esagerazioni vistose ma con la tenacia di una fedele tenerezza. Trovano finalmente "terraferma" in una casa dove abitare in modo stanziale e per il padre comincia la fase del suo lavoro di girovago solitario, sempre in automobile dentro il cuore dell'America profonda, tornando a casa il venerdì sera per ripartire il lunedì mattina presto: ogni settimana, dopo la "quaresima" dei giorni feriali in cui Richard e la mamma sono soli, quasi sospesi in una attesa incompiuta, arriva la luminosa festa del week end in cui il babbo torna a casa e si ricrea il calore del piccolo nido familiare. Richard da grande diventerà un importante scrittore: Richard Ford, appunto, uno dei maggiori autori americani contemporanei. Questa volta in un romanzo assolutamente autobiografico egli ha voluto raccontare, quando i suoi genitori ormai sono già morti, quanto egli debba ad entrambi per la crescita della sua affettività positiva, per una infanzia in cui si è sentito amato, per la tranquilla quotidianità normale di una piccola felicità familiare. Richard Ford ha scritto questo libro (lo dice in una bella postfazione) proprio alla memoria di suo padre e di sua madre, raccontando la loro vita di americani medi, anonimi, normalissimi, apparentemente insignificanti, ma per lui profondamente decisivi nel loro averlo amato senza obiezioni o complicazioni ma con un sommesso, amoroso e fedele accompagnamento di vita. Il libro si compone di due parti: la prima parla della figura del padre, la seconda di quella della madre. Si tratta di due sguardi che il figlio rivolge alle figure dei genitori, cogliendo di ognuno di essi quello che la sua memoria di adulto riesce a trattenere frugando nel ricco, prezioso e decisivo bagaglio dell'infanzia. Questo libro è stato considerato, da una giuria di critici letterari organizzata dal settimanale culturale del "Corriere della Sera", "La lettura", il romanzo dell'anno, dribblando giustamente le fallaci classifiche dei libri più venduti. Se "Tra loro" sia davvero il romanzo dell'anno non lo so: so però che si tratta di un libro scritto molto bene in cui un romanziere di razza tira fuori quello che ha di più prezioso come espressività narrativa per sciogliere un cantico di gratitudine e di evocazione: per non far morire del tutto ciò che è stato, per salvare il tempo. Ci sono pagine quasi cronachistiche, persino apparentemente pedanti, altre piene di gonfia tenerezza senza nondimeno nessun sentimentalismo. Richard cresce, succedono cose, il destino ha le sue cadenze impreviste da far scontare. Il lettore vedrà. Richard Ford con questo libro ridà indietro una carezza grata ai suoi genitori semplici e comuni che lo hanno amato.