Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

15aprile
2022

Una riflessione da Cechov (autore sul quale lavoreremo nei Circoli di lettura il 2 e il 3 maggio e con una aggiuntiva serata a teatro per "Il giardino di ciliegi")

Da "Zio Vania":

Il medico ASTROV: "Per quanto riguarda la mia vita personale, privata, beh, non c'è proprio niente di buono. Sapete, se si cammina per un bosco in una notte fonda, e intanto in lontananza brilla una luce, allora non si avvertono né la stanchezza, né l'oscurità, né i rami spinosi che ti sbattono sul viso"…Io lavoro, e voi lo sapete, come nessun altro nel distretto, il destino mi colpisce senza sosta, talvolta soffro in modo insopportabile, ma in lontananza non vedo luci. Non aspetto più niente per me stesso, non amo gli uomini"…Da tempo non amo più nessuno".

SONIA: "Nessuno?"

ASTROV: "Nessuno. Provo una certa tenerezza soltanto per la nostra balia, è una questione di ricordi"

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Astrov, medico come lo stesso Cechov, sa bene che nessuna paura nel bosco notturno e infido è insopportabile se lontano balugina la certezza calda di una piccola luce, di una meta certa. Ma lui dice di non vedere più nessuna luce., La vera "disperanza" è proprio la mancanza di una speranza, diciamo di un senso. Senza senso e speranza anche il buon dottor Astrov, che si spende nella sua condotta di campagna per curare rozzi contadini e borghesi viziati, è preso alla fine da una cupa infelicità. E del resto Thoreau scrisse che "non è sufficiente essere buoni: bisogna che ci sia anche uno scopo". L'uomo ha iscritto nel cuore un desiderio di felicità. E alla fine la felicità non può che coincidere con il senso stesso, con il destino della nostra vita. Astrov dice di non amare più nessuno (proprio perché, non avendo nessuna speranza, non ha più nemmeno una affezione a sé stesso). Prova un intenerimento buono soltanto per la vecchia balia. Ecco: resta un nocciolo lieve di nostalgia dolce per la cara infanzia lontana. Se ripartisse seriamente da quel nocciolo, forse anche Astrov ricomincerebbe a sperare. E ad amare. E a intravedere, nel buio della notte, il segno fioco di una piccola luce.