Non ci resta che leggere (1)
20marzo
2020
2020
Ah l'amore l'amore
Antonio Manzini
ROCCO SCHIAVONE INDAGA IN OSPEDALE
"Il vicequestore Rocco Schiavone posò il giornale sul letto e si affacciò alla finestra. Solo pioggia, pioggia, pioggia e Aosta. Un tempo simile sarebbe stato sopportabile esclusivamente a Parigi, pensò. Vent'anni prima".Antonio Manzini, "Ah l'amore l'amore", SellerioC'è un omaggio a Paolo Conte, nella frase ritagliata, intonata alla personalità brusca e malinconica (inventata da Antonio Manzini) del vicequestore Rocco Schiavone. Il quale, lasciato mezzo morto alla fine dell'ultimo (ormai penultimo) romanzo, riappare ora ben vivo, sebbene pesto e arrabbiato e con un rene in meno, all'ospedale: dove il caso vuole che ci sia una morte sospetta in sala operatoria. Il vicequestore indaga dalla sua camera di degenza, condivisa con un paziente truce: immaginate l'umor nero del poliziotto, che già di suo non è mai allegro. Eppure il romanzo è ficcante e divertente, perché la tastiera di Manzini è superba. Rocco Schiavone è un antipatico che piace, schifato dalle scoperte del male umano in azione (lui ne sa qualcosa) fra delitti, corruzioni e ipocrisie. Dietro il suo carattere impossibile - spesso da tirare schiaffi - batte un cuore ferito e vero, di forte tempra. Per chi non lo conosce, conviene cominciare dal primo romanzo della serie ("Pista nera"). LEGGI LA RECENSIONE- Post successivo
Non ci resta che leggere (2)
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